"I 12 Medaglioni" è un'altra opportunità per gli spettatori di vedere Yueh Hua sostenere il ruolo del
personaggio principale e dell'eroe di turno. Il film inizia cercando di chiarire storicamente la delicata posizione della dinastia Sung e le varie figure che cercano di impossessarsi
disperatamente del trono. La principale minaccia è rappresentata dai tartari, assetati di sangue, che iniziano a scendere verso la capitale con in mente proprio il governo centrale dell'impero.
Il generale Yue è uno dei pochi con un esercito abbastanza potente da poter fermare questa invasione, ma il suo stesso destino è nelle mani del traditore e maestro di kung fu Jin che è in
possesso di dodici medaglioni d'oro che potrebbero segnare la fine di Yue. Jin invia, infatti, messaggeri per consegnare questi medaglioni e lasciando le forze di Yue senza una
direzione, e quindi esposte ad un facile attacco da parte dei tartari.
Con l'uso eccellente di molte e diverse ambientazioni, il regista Ching Gong fa pieno uso del suo budget di produzione
e crea un forte impatto visivo per l'arco di tutta la pellicola. Attingendo un po' alla maestria narrativa di Re Hu ed un po' all'azione tipica del cinema giapponese
"chambara", Ching Gong dimostra il suo coraggio con questo bel dramma di cappa e spada.
"I 12 Medaglioni" è l'ennesima scelta azzeccata tra i vecchi titoli della Shaw che la Celestial
ha deciso di riproporre. Le scene di azione sono forti, ben filmate ed è presente un'aura di qualità che pervade il film e che giustifica il successo che esso riscosse nel 1970, quando
uscì, ad Hong Kong, dove alla fine dell'anno, si ritrovò al secondo posto per incassi alle spalle del solo "The Chinese Boxer" di Jimmy Wang Yu. significano che questo raggiunge comodamente
una valutazione a quattro stelle.