Nel gennaio 1971 Jimmy Wang Yu (protagonista di Mantieni l'Odio per la tua Vendetta ma che aveva rotto con la Shaw e che aveva iniziato a recitare per la Golden Harvest) parte per il Giappone dove fa morire Fang, il suo spadaccino senza un arto. La risposta della Shaw Brothers non si fa attendere ed è quella di "dar vita" subito, nel febbraio successivo, ad un nuovo spadaccino dalle caratteristiche simili, interpretato da David Chiang e diretto, nuovamente, da Chang Cheh... si tratta di 新獨臂刀 ossia Xin du bi dao / The New One-Armed Swordsman / La Mano Sinistra della Violenza).
Uscito ad Hong Kong nel febbraio del 1971 ed a New York nel settembre del 1973, in Italia, invece, esce all’inizio dell’esplosione del cinema di kung fu... a febbraio "Cinque Dita di Violenza" aveva già aperto la strada alla passione per questo tipo di cinematografia che pervase gli spettatori italiani di quegli anni... due mesi dopo, ad aprile, esce in visione "La Mano Sinistra della Violenza".
Il film fece capolino nei cinema fino al 1978, per poi riappare in tv parecchio tempo dopo, rigorosamente nei canali regionali.
Lei Li (David Chiang), famoso per la sua eccezionale tecnica con la spada gemella, è noto in tutto il mondo marziale nonostante la sua giovane età. Il maestro Lung (Ku Feng) prende di mira Lei Li a causa della sua ingerenza nelle affari disonesti del primo e, dopo averlo ingannato in un duello, batte il giovane combattente con la spada e reclama il suo braccio come premio, cosa che ottiene. Lei Li, convinto di essere stato vinto da una figura eroica e di avere solo se stesso da incolpare, decide di ritirarsi per sempre. Passano gli anni e Lei Li, che ora lavora come cameriere in una locanda isolata, parla a malapena a una clientela che si fa spesso beffe della sua consizione e di certo non rivela mai le sue abilità nascoste. Nonostante la sua reticenza, Lei fa amicizia con un nuovo ero, Feng (Ti Lung), le vicende drammatiche che interesseranno proprio questo nuovo amico, convinceranno Lei Li a riprendere in mano la spada...
Chang Cheh si costruì una carriera girando film basati sui concetti di onore e fratellanza, e su legami maschili particolarmente stretti e forse un po' morbosi. In particolare nel suo cosiddetto ciclo dei "fratelli di sangue", una serie di film che iniziano con Vengeance! (1970) e proseguendo con The Water Margin / Le Sette Anime del Drago (1972), All Men Are Brothers / I Sette Guerrieri del Kung Fu (1973) e, appunto, Blood Brothers (1973) oltre a molti altri. Le icone del kung fu Ti Lung e David Chiang furono i rappresentanti di quel cinema epico di tipico della Shaw Brothers di fine '60 e inizio '70. Il machismo nelle opere di Chang Cheh sembrava crescere ad ogni atto e questo film nopn fa eccezione... basti pensare alla scena sul ponte nella quale Chiang affronta un centinaio di "cattivi" spazzandoli letteralmente via tutti in un'esplosione di furia insaziabile di vendetta e di rabbia soppressa per troppo tempo. I temi trattati da Cheh hanno avuto un effetto particolarmente profondo anche su un suo giovane assistente alla regia, un certo John Woo, che anni più tardi, nel 1986, avrebbe regalato all'iconico Ti Lung la sua occasione per tornare sulle scene in "A Better Tomorrow", e avrebbe reso esplicito omaggio al suo mentore riproponendo e rielaborando Blood Brothers nell'ottimo "Bullet in the Head" (1990). Qualcosa di profondo che può ricordare il rapporto tra Chiang e Lung nel loro lungo legame cinematografico si trova anche nei protagonisti di un altro capolavoro di Woo, "The Killer" del 1989.
"La Mano Sinistra della Violenza" non è così rivoluzionario e riuscito come il primo capitolo (Mantieni l'Odio per la tua Vendetta), ma costituisce comunque un pezzo di storia del passato cinematografico di Hong Kong.